
I linguaggi ci dicono
che soprattutto le popolazioni occidentali utilizzano un vocabolario medio
molto limitato.
È come avere a disposizione una tavolozza di migliaia di colori
per poi utilizzarne solo qualche decina. Esiste quindi il potenziale per creare
quadri dalle innumerevoli sfumature, mentre, in realtà si dipingono scenari
poveri, scarni, limitati. Inoltre, a fronte di decine di parole che descrivono
emozioni negative, ne esiste solo la metà per quelle positive. Questo significa
che è più difficile vedere qualcosa di buono quando ci accade un evento
giudicato frettolosamente come brutto o comunque depotenziante. Ma quante volte
da un accadimento spiacevole la nostra vita è migliorata perché cresciuta in
quanto ad esperienza? Quante delle cose meravigliose che oggi ci arricchiscono
esistono grazie ai cambiamenti che un tempo abbiamo accolto come negativi? Si
dice “chi cerca, trova!” e allora se cercherai un lato positivo in qualsiasi
avvenimento ti assicuro che prima o poi lo troverai.
Ti propongo ora una
sfida con la quale subito ti renderai conto di come tutto ciò riguarda anche
te.
Elenca qui sotto tutte
le parole che ti vengono in mente per il significato “paura/aver paura” e poi
fai lo stesso con “coraggio/aver coraggio”:
Paura/Avere paura Coraggio/Avere coraggio
………………… …………………
………………… ………………
………………… …………………
………………… …………………
………………… …………………
………………… …………………
Credo di conoscere già
il risultato. Troverai molte più parole per “paura/aver paura” che per
“coraggio/aver coraggio”. Terrore, strizza, panico, spavento, timore sono solo
alcuni esempi del lessico abituale di ogni giorno, in tv, in radio, nelle
nostre vite. Tutti i sinonimi o parole vagamente riguardanti il coraggio sono
termini arcaici come “ardimento”, “temerarietà” e via dicendo.
Sembrerebbe quasi che
il “coraggio” non facesse parte della nostra civiltà. Probabilmente è una
qualità che si è persa nel tempo. Sarà qualcosa di voluto da chi influenza
grandi masse?
Accade spesso di
conoscere persone che quando devono raccontare una vicenda spiacevole, anche di
poco conto, utilizzano parole quali “incubo” o “sciagura”, ingigantendo con
mille sfumature i particolari cupi, rivivendo a tutti i costi le emozioni
spiacevoli.
Le stesse però, per
descrivere un successo o un viaggio stupendo appena terminato, si limitano a
definirlo semplicemente “bello”, “carino”, “normale”, “è andato tutto bene”.
Quasi una paura di gioire anche delle piccole cose straordinarie che accadono nella
vita. Un’altra cosa che ignori del linguaggio è che questo è direttamente
collegato alle tue emozioni. E non intendo solo quello con cui pronunci ad alta
voce frasi e discorsi ma, ancor più, quello interiore. Tu ti parli
continuamente e il vocabolario che utilizzi risveglia di volta in volta una
certa quantità di emozioni che influenzano lo stato d’animo e il comportamento.
Ora ti farò rendere
conto di come quanto appena detto può essere facilmente utilizzato ogni giorno,
in qualunque contesto, ricevendone subito dei benefici. Dovrai inizialmente
divertirti a soffermarti sulle parole da te utilizzate, in base a ciò che
comunichi, provando a sostituirle per aumentare/diminuire l’intensità di un
significato o anche per cambiarlo; ben presto acquisterai una padronanza del
“Vocabolario Evoluto” e servendotene come un vero e proprio strumento dominerai
anche le emozioni che ti accompagneranno in tutte le giornate e in ogni
situazione.
Vediamo quindi cosa si
può fare con un vocabolario evoluto. Supponiamo che non appena qualcosa ti fa arrabbiare,
anziché utilizzare le solite frasi come “tutto
ciò mi fa imbestialire” o “sono
completamente fuori di me”, provi a scegliere il termine adatto all’intensità
di ciò che è accaduto o addirittura scegli un termine che diminuisce la forza
che eserciterebbe sulle tue emozioni. Potresti allora dirti “sono alquanto infastidito” o “questa è una cosa che mi piace poco”.
Notate come il solo fatto di formulare frasi diverse cambia la quantità di
emozioni negative provate. Non solo.
Il fatto di pensare a
come definire l’accaduto ti permette di ragionarci un po’ su, prendendone
consapevolezza, al contrario di come ci si comporta diffusamente, irritandosi
istintivamente e “perdendo la ragione”,
appunto. Le cose si risolvono ragionandoci, con una buona dose di lucidità, controllando,
per quanto possibile, le reazioni istintive.
Il termine che ho
utilizzato qui sopra “imbestialirsi”
rende proprio l’idea delle bestie, degli animali dotati solo di istinto. Noi essere
umani, però, ci distinguiamo notevolmente dal regno animale proprio per la
grande capacità di cambiare le cose con l’utilizzo della ragione, trovando
soluzioni. Bisogna però allenarsi, imparare a farlo altrimenti, col passare del
tempo, si perde questa capacità.
Ecco esempi di parole
depotenzianti e il loro termine corrispondente che ne abbassa l’intensità
emotiva:
Vecchia
parola/espressione
depotenziante
|
Nuova
parola/espressione
potenziante
|
ansioso
|
curioso,
proiettato nel futuro
|
arrabbiato,
incazzato
|
stizzito,
inalberato, disturbato
|
depresso
|
non
al massimo, un po’ stanco
|
problema
|
sfida,
situazione da risolvere
|
stressato
|
impegnato,
pieno di energia
|
fallire
|
imparare,
sulla via del successo
|
Ovviamente
è di straordinaria importanza anche migliorare e aumentare le emozioni positive
per incrementare la tua energia vitale. Prova adesso a trovare termini con i
quali aumentare l’intensità di questi aggettivi e farli diventare da “belli” in
“fantastici”:
Vecchia
parola/espressione
normale
|
Nuova
parola/espressione
potenziante
|
eccitante
|
energetico
|
magnifico
|
……
|
fenomenale
|
……
|
carino
|
……
|
interessante
|
……
|
brillante
|
……
|
Il
Vocabolario Evoluto ti aiuterà a evolvere meglio e più in fretta. È possibile
gestire meglio le emozioni; non si tratta quindi di evitare completamente
quelle più spiacevoli, che possono invece rappresentare lo stimolo giusto per
mettere apposto un aspetto della vostra vita, ma di attribuirne il giusto
valore senza ingigantire piccoli disguidi quotidiani, avendone maggior
controllo.
Capirai
meglio adesso questo strumento meraviglioso che è il linguaggio, avendo una
nuova ottica anche per alcune discipline e riti che utilizzano la magia delle
parole da migliaia di anni. La preghiera, gli incantesimi e infine l’ipnosi
sono tra gli esempi più riconosciuti in tutto il mondo e dalla notte dei tempi,
ottengono risultati incredibili grazie alla fusione potente di parole, emozioni
intense, fisiologia, coinvolgimento. Pensaci, nella preghiera ci sono termini
ben precisi da ripetersi in un’atmosfera rilassante, coinvolgente, assumendo
posizioni ben precise dettate dai dogmi dei differenti culti religiosi. Vuoi fare
un piccolo esperimento? Metti allora le mani giunte davanti a te all’altezza
del petto abbassando leggermente il capo. Cosa ti ricorda questa posizione e
come ti fa sentire? Difficilmente sarà qualcosa di “non religioso”. Ci si
programma letteralmente le persone con un rito che potenzia sempre più il
concetto propinato di volta in volta. Le neuroscienze ci insegnano che quando
viviamo un avvenimento, l’impatto che questo avrà su di noi sarà maggiore se
saranno coinvolti quanti più sensi possibili e con quanta maggiore energia.
Ecco spiegato l’utilizzo nelle preghiere, negli incantesimi, nell’ipnosi, di
tutti i sensi, attraverso musiche, odori e profumi, posture del corpo, immagini
di icone o statue da idolatrare, frasi ripetitive a mo’ di cantilena. Un mix
potentissimo.
Perché quindi non utilizzare questa strategia per
potenziarti verso il personale miglioramento?
N.B. Per tanti altri approfondimenti e strumenti della comunicazione ti rimando al libro Le fondamenta del Miglioramento disponibile ora in cartaceo ed ebook su Amazon, Feltrinelli, Bol.it, IBS, Youcanprint e le principali librerie on line.
N.B. Per ogni altra domanda di qualsiasi genere sul miglioramento scrivetemi pure alla mail che trovate in fondo ad ogni pagina del blog...
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